“Il giorno in cui morì il futuro”. Così descrive quel tragico giorno la redazione di “Robinson”, l’inserto settimanale di “Repubblica” in edicola fino a sabato, interamente dedicato alla vita e alle opere di John Lennon (costa solo 50 centesimi per chi fosse interessato). L’ex Beatle era uscita dall’auto che lo aveva accompagnato a casa sua, nel lussuoso appartamento del Dakota Building, a pochi passi da Central Park a New York, quando fu avvicinato da Mark Chapman, uno che si è poi dichiarato suo fan, sparandogli cinque colpi di pistola.
Qualche ora prima di sparargli, sempre vicino al Dakota Building, l’assassino aveva avvicinato Lennon e si era fatto autografare l’album “Double Fantasy”, il nuovo disco uscito da poco più di un mese. Era dal 1975, cinque lunghi anni, che John Lennon non entrava in sala di incisione e l’attesa per i fan era enorme. L’album era stato preceduto dal singolo “Starting over” che aveva riscosso un buon successo di vendite.
Lennon morì alcune ore dopo in ospedale. La moglie, Yoko Ono, non autorizzò alcun funerale. Il corpo dell’artista fu cremato e le polveri sparse su Central Park, posto sull’altro lato della strada rispetto alla casa del Dakota Building, dove Lennon inforcava la bici con il figlio Sean sul seggiolino. Una settimana dopo la morte, la vedova autorizzò una manifestazione in suo onore che si svolse proprio “sull’altro lato della strada”, in uno spazio di Central Park che da qual giorno fu denominato “Strawberry Fields”. Circa 250.000 persone accorsero al ricordo di John Lennon, cantando e ballando le sue canzoni.
“Strawberry Filds”, per volere di Yoko Ono, è diventata l’unica vera tomba a lui dedicata. Al centro da alcuni anni c’è un mosaico in stile pompeiano con la scritta “Imagine”, dove trovi sempre qualcuno con la chitarra che esegue le canzoni di John Lennon. La puntata di domani di “Music Story”, in onda dalle 19 alle 21, sarà dedicata a John Lennon. La prima ora del programma sarà uno speciale dedicato al FabFour accompagnato dalle canzoni più famose di Lennon.